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Marziani o missionari?


Forse perché all’Est c’è quasi tutto da fare quanto a rinnovamento democratico. La domanda è questa, signor segretari il metodo di votazione adottato a Varsavia è assai più libero non soltanto rispetto a tutti gli altri partiti comunisti dell’Est, ma perfino rispetto al Pci. Non pensa lei che sia venuto il momento di muoversi nello stesso senso?
«Noi abbiamo una procedura complessa, ma quanto mai democratica per eleggere il comitato centrale, e in essa è previsto anche il voto segreto. Il nostro statuto stabilisce che la votazione segreta si effettui obbligatoriamente quando ne faccia richiesta appena un quinto dei delegati. Ma non poche volte, per eleggere gli organi dirigenti delle nostre organizzazioni, viene adottato il voto segreto».

E lei non crede che questo debba diventare norma generale?
«Non lo escludo affatto, e penso che se ne possa discutere. Ma perché lei pone a me questa domanda? Lo sa che gli altri partiti italiani, nei loro congressi, votano di norma, su liste di corrente bloccate?».

Lo so, ma non mi pare un buon motivo per imitarli. Siate diversi anche in questo, e sarà un’ottima cosa.
«Accetto l’invito. Voglio concludere con un’osservazione. Della Polonia si è parlato molto e giustamente in Italia, quando si temeva un intervento sovietico. Ora che il processo di rinnovamento socialista in Polonia è avviato, pur in mezzo a tante difficoltà, e l’intervento non c’è stato, sembra che l’argomento Polonia abbia perso interesse per molta stampa e per tanti politici e politologi. Come mai? Il “caso polacco” non serve più per alimentare la polemica contro di noi? Quanti pregiudizi ci sono ancora, quanti errori, quanti tabù! Un giornalista invitò una volta a turarsi il naso e a votare Dc. Ma non è venuto il momento di cambiare e di costruire una società che non sia un immondezzaio?» 
Eugenio Scalfari