Palmiro Togliatti
Il 26 marzo 1893, nasceva a Genova Palmiro Togliatti.
Teorico della "via italiana al socialismo", Togliatti sarà alla testa del Pci dal 1944 al 1964, portandolo a diventare il maggiore partito comunista dell'Occidente.
Al tempo stesso proseguirà il suo impegno nel movimento comunista internazionale, lasciando scritti di fondamentale importanza quali l'intervista a "Nuovi Argomenti" del 1956 e il Memoriale di Yalta, ossia gli appunti stesi in vista del mai tenuto incontro con Krusciov alla vigilia della morte, che lo colse appunto a Yalta, in Unione Sovietica, nell'agosto 1964.
Tra i promotori dell'Ordine Nuovo assieme a Gramsci e Terracini, è stato il leader del Partito comunista d'Italia a partire dal 1927, e uno dei massimi dirigenti dell'Internazionale comunista, in particolare nel 1934-37, allorché fu tra i protagonisti della svolta dei Fronti popolari.
Durante la guerra civile spagnola, nel corso della quale fu il principale consigliere del PCE per conto del Comintern, ebbe modo di riflettere sulle "particolarità della rivoluzione spagnola" (una rivoluzione "democratica, popolare, antifascista") e sulla "democrazia di tipo nuovo" che al suo interno si andava sperimentando.
Svilupperà questi spunti - anche sulla base dei Quaderni del carcere di Gramsci che aveva contribuito a salvare e di cui poté leggere i manoscritti in Urss - all'indomani del crollo del fascismo, allorché, nel marzo 1944, appena rientrato in Italia sarà protagonista della "svolta di Salerno", che poneva le basi della "politica di unità nazionale" dei comunisti per la liberazione dal nazifascismo e di quel "partito nuovo", di massa e di quadri, che della "democrazia progressiva" e delle "riforme di struttura" farà le sue principali bandiere.
Durante la guerra civile spagnola, nel corso della quale fu il principale consigliere del PCE per conto del Comintern, ebbe modo di riflettere sulle "particolarità della rivoluzione spagnola" (una rivoluzione "democratica, popolare, antifascista") e sulla "democrazia di tipo nuovo" che al suo interno si andava sperimentando.
Svilupperà questi spunti - anche sulla base dei Quaderni del carcere di Gramsci che aveva contribuito a salvare e di cui poté leggere i manoscritti in Urss - all'indomani del crollo del fascismo, allorché, nel marzo 1944, appena rientrato in Italia sarà protagonista della "svolta di Salerno", che poneva le basi della "politica di unità nazionale" dei comunisti per la liberazione dal nazifascismo e di quel "partito nuovo", di massa e di quadri, che della "democrazia progressiva" e delle "riforme di struttura" farà le sue principali bandiere.
Teorico della "via italiana al socialismo", Togliatti sarà alla testa del Pci dal 1944 al 1964, portandolo a diventare il maggiore partito comunista dell'Occidente.
Al tempo stesso proseguirà il suo impegno nel movimento comunista internazionale, lasciando scritti di fondamentale importanza quali l'intervista a "Nuovi Argomenti" del 1956 e il Memoriale di Yalta, ossia gli appunti stesi in vista del mai tenuto incontro con Krusciov alla vigilia della morte, che lo colse appunto a Yalta, in Unione Sovietica, nell'agosto 1964.