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da Cinquantamila Giorni Corriere della Sera



Lunedì 31 ottobre 1977

Berlinguer al 60° della Rivoluzione russa

• Per il sessantesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre Enrico Berlinguer e una delegazione del Pci atterrano a Mosca. Il segretario consegna subito le quattro cartelle del suo discors «Ho cercato di stare nei 10 minuti stabiliti». Viene rassicurat può parlare anche 12 o 15 minuti. Due punti salienti nel discors «Per quanto riguarda i rapporti tra i partiti comunisti e operai, essendo pacifico che non possono esistere tra essi partiti che guidano e partiti che sono guidati, lo sviluppo della loro solidarietà richiede il libero confronto delle opinioni differenti, la stretta osservanza della autonomia di ogni partito e della non ingerenza negli affari interni», e: «L’esperienza compiuta ci ha portato alla conclusione che la democrazia è oggi non soltanto il terreno sul quale l’avversario di classe è costretto a retrocedere, ma è anche il valore storicamente universale sul quale fondare un’originale società socialista. Ecco perché la nostra lotta unitaria (che cerca costantemente l’intesa con altre forze d’ispirazione socialista e cristiana in Italia e in Europa occidentale) è rivolta a realizzare una società nuova – socialista – che garantisca tutte le libertà personali e collettive, civili e religiose, il carattere non ideologico dello Stato, la possibilità dell’esistenza di diversi partiti, il pluralismo della vita sociale, culturale, ideale». Verso mezzanotte l’interprete Smirnov si reca nella dacia dove i delegati Pci sono ospitati: il tempo per parlare è di 7 minuti, occorre tagliare il discorso. Berlinguer cancella qualcosa, non i punti salienti.