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CARGO21

cargo21Venerdì 7 giugno 2019 alle ore 17.00, Via Baudolino Giraudi 421, Castellazzo Bormida (AL).

Presentazione progetto del centro culturale multispace della Fondazione Luigi Longo, struttura che ospiterà la biblioteca, la collezione d’arte contemporanea, gli spazi per la creazione e produzione di idee, arte, cultura; una piazza coperta, un luogo d’incontro e di scoperta per tutti!


La Fondazione Luigi Longo presenterà i programmi di attività future alle 17.00 di venerdì 7 giugno nella nuova sede di via Baudolino Giraudi 421 a Castellazzo Bormida, a sud di Alessandria. Alla cerimonia il presidente della fondazione Guido Ratti sarà affiancato dal senatore Ugo Sposetti, presidente dell’Associazione Enrico Berlinguer, dall’onorevole Piero Fassino e dirigenti de La Sinistra.

La Fondazione, costituita nel 2007, sta trasformando un capannone industriale in un contenitore attrezzato per ospitare in modo permanente e fruibile da tutti il considerevole patrimonio storico, artistico e culturale che in questi anni è stato raccolto dalle disciolte sedi del P.C.I. della provincia di Alessandria insieme con spazi per conferenze, mostre e sale riunioni. L’anno scorso la Fondazione ha acquisito ulteriori opere provenienti dalle sedi di via delle Botteghe Oscure e del quotidiano “L’Unità”.

Il nuovo progetto che la Fondazione ha chiamato “Cargo 21” dà vita a un centro aperto per fare cultura intorno ad un nucleo storico di opere artistiche di proprietà rappresentato dalla collezione d’arte contemporanea “Valentia”. Le opere esposte testimoniano in larga misura l’esperienza di alcuni maestri del Neorealismo italiano a cominciare da una grande tela del 1949 di Ernesto Treccani intitolata “Armstrong – I suonatori di jazz”, che si colloca tra astrattismo e figurazione, e altre imponenti opere di Aligi Sassu e di Aurelio. Una delle prime opere di proprietà della Fondazione è un quadro che Renato Guttuso realizzò per la sezione D.S. di Acqui Terme.

Inoltre, sarà possibile consultare il materiale documentale e librario composto da migliaia di volumi che è in via di catalogazione.

“La scelta del luogo, un ex capannone industriale, è stata anche di “senso” per legare un luogo del lavoro umano che ha rappresentato la fatica greve alla sfida dell’opera artistica e alla sua valenza estetica e sociale, non priva essa stessa di fatica fisica come ben testimoniano alcune opere di grandi dimensioni della collezione,” afferma il presidente della Fondazione Guido Ratti. “Abbiamo messo in cantiere un progetto impegnativo e forse spericolato, ma riteniamo utile mettere a disposizione del pubblico e degli studiosi un patrimonio artistico e documentale di particolare importanza”, conclude Ratti.