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da Cinquantamila Giorni Corriere della Sera



Sabato 11 febbraio 1984

Enrico Berlinguer e le tre leggi del socialismo

• Enrico Berlinguer torna a Mosca per la prima volta dopo diversi anni in occasione del funerale di Yuri Andropov. Ricorda Ito De Rolandis: «Berlinguer era addirittura infastidito dall’apparato sovietico. C’erano stati alcuni contrattempi. Ad esempio, la corona di fiori inviata dall’Italia (perché a Mosca i fiori sono introvabili) non era arrivata, e nessuna richiesta di ricerche fu accolta. In albergo qualsiasi servizio era difficoltoso; per non parlare dell’inconveniente d’una sola linea telefonica (Berlinguer aveva sempre gettoni in tasca, e non passava sera senza dar colpo di telefono a casa). Così, durante la rigida, militaresca parata funebre, scandita dal martellante rullo dei tamburi e dal passo cadenzato della milizia, si chinò verso i compagni di delegazione, Bufalini e Massimo D’Alema, e disse: “Be’, adesso enuncerò le tre leggi fondamentali del socialism prima, la verità non si dice mai, o almeno il meno possibile; seconda, l’agricoltura non serve, dal momento che qui non si può neppure comperare un mazzo di rose; terza legge, non si riesce a staccare le caramelle dalla carta”» [I. De Rolandis, Enrico Berlinguer, Aosta 1984, p. 47].