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La Grande Guerra delle italiane

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Il convegno si propone di fare il punto sulle categorie, sui temi e sugli approcci utilizzati per analizzare il rapporto intercorso tra le donne e il conflitto che fu portatore di grandi trasformazioni. Per questo, la prospettiva complessiva terrà conto di un ampio arco cronologico includendo gli anni che precedettero e seguirono la guerra.

Un ricordo per Vasco Bendini

bentiniimmagineaccoltaCon sentita commozione, salutiamo il Maestro Vasco Bendini. Un amico, un grande bolognese e un interprete sensibile e attento delle passioni sociali e civili. Targa Volponi nel 2013, lo ricordiamo oggi con l'ultima intervista che ci aveva concesso in occasione de La Notte Rossa 2014, nel cui manifesto campeggiava "L'immagine accolta", opera del 2006. La Notte Rossa è una festa, ma vuole essere anche un appuntamento di carattere culturale. Lo si capisce subito, guardando il manifesto 2014 che ospita “L'immagine accolta”, opera del 2006 del maestro Vasco Bendini. All'autore abbiamo chiesto un'opinione sui tempi moderni e sulle attuali esigenze dei giovani artisti: “La mia rifle ssio n e s ulla situ a zio n e contemporanea nel campo artistico e, in genere, culturale si basa sulla sensazione di un rumore assordante di disperazione. Disperazione dovuta anche alla negligenza, a volte, all'incompetenza e alla indiscutibile dipendenza dal fattore economico. I giovani critici e gli artisti oggi sono immersi in un carnevale permanente che si esaurisce nell'inebriante manifestazione di sé, gratuita, stravagante e insensata. Una vera e propria orgia dell'Io, quasi un evirarsi del pensiero, immergendosi in sensazioni intense, stordenti, accecanti o di grande banalità".Sull'opportunità di coinvolgere i giovani artisti in manifestazioni come La Notte Rossa per stimolare la conoscenza e l'utilizzo di spazi storici, nati e gestiti dal volontariato di molti, il maestro Bendini ha specificato: “Un giovane critico oggi dovrebbe dimenticare gli spazi tradizionali, almeno fino a quando essi non si saranno liberati dei condizionamenti economici e culturali di ovvia convenzionalità. Dovrebbe, al contrario, affrontare il rischio di trovare nuovi spazi, magari privati, o anche nei siti web, in cui mostrare opere che propongano un altro «ordine-idea» che sia conoscenza, non soltanto emozione”.